La fermentazione
viene definita come una reazione utilizzata da vari microorganismi
per produrre energia a partire dagli zuccheri in assenza di ossigeno.
La fermentazione lattica, che ha luogo nel colon e molto simile a
un'altra reazione utilizzata da millenni per conservare i cibi. Già
i primi allevatori hanno notato che ponendo il latte delle loro
bestie in un recipiente ermetico esso “cagliava”e si conservava
più a lungo rispetto a latte fresco. Senza saperlo e saperlo
spiegare su piano scientifico essi hanno scoperto la fermentazione
lattica. Il processo che trasforma lo zucchero del latte in acido
lattico, cosa che acidifica l'ambiente e impedisce la proliferazione
di microorganismi patogeni come le muffe.
La scoperta e il
perfezionamento di vari metodi per ottenere queste forme di latte
fermentato hanno origine ne Medio Oriente e nei Balcani. Anche se
guardando diverse culture e tradizioni alimentari possiamo notare che
ognuna di esse ha dato origine a vari alimenti a base di latte e
verdure fermentati:skyr, langfil, viili e ymer nei paesi scandinavi;
mass, zabady, irgo e nono in Africa, yogurt, crauti in Europa, e nei
Paesi dell'Est biokys, tarho, kefir, koumis, barszcz. Oltre a una
conservazione più lunga rispetto a prodotti freschi, i prodotti
fermentati presentano numerosi vantaggi:
maggior digeribilità;
maggior ricchezza di nutrienti
come proteine, aminoacidi, acidi grassi e vitamine provenienti dai
batteri;
maggior varietà gastronomica
grazie ai diversi aromi, sapori e consistenze generati dalla
fermentazione.
Crauti fatti in casa by Carlo
Necessario:
-
scatoletta Zuccato
-
apriscatole
-
forchetta
...
beh no così è un po' troppo semplice. Con un po' di impegno si
possono fare degli ottimi crauti fermentati, ancor più buoni di
quelli confezionati.
Ingredienti
cavolo
cappuccio (per riempire il mio vaso utilizzo
circa 10 kg)
un
bicchiere scarso di sale di cava non trattato (sale himalayano
oppure sale ???)
aceto
noooo! Non si usa l'aceto
Materiale
-
coltello o se preferite far meno fatica potete usare l'affettacrauti
manuale o l'affettatrice elettrica
-
vaso di terracotta con coperchio
-
pestello con una base ampia
-
un coperchio di plastica semirigido o 2 semicerchi di legno
-
un sasso
Preparazione
Indossate
il vestiario adatto, meglio se tirolese.
Date
una bella sciacquata ai cavoli interi, rimuovendo soltanto le prime
foglie sporche o rovinate.
Affilate
bene il coltello; ci vorrà un po' di tempo ma un coltello ben
affilato, oltre a garantire un taglio più facile, può anche essere
utile nel caso vostra moglie continuasse a ronzarvi intorno
dicendo che lei li taglierebbe più sottili.
Bon,
adesso iniziate ad affettare.
Io,
prima divido il cavolo in pezzi più piccoli e maneggevoli, poi parto
ad affettarli a striscioline sottili, tipo spaghetto. Questa è
sicuramente la parte più faticosa ma che a me personalmente dà
soddisfazione. Sarà il mio spirito omicida nascosto o sarà che
menare il coltello ristabilisce il mio equilibrio interiore.
Quando
avete affettato il primo cavolo potete già cominciare a riempire il
vaso di terracotta, precedentemente lavato.
Disponete
sul fondo un primo strato di cavolo affettato, e spargetevi sopra una
presa di sale. Dovete farvi bastare il bicchiere di sale per tutta la
preparazione, ma regolatevi ad occhio, non state a fare i
farmacisti.
Con
poco sale aumenta la velocità di fermentazione, con troppo sale si
finisce per dover aspettare troppo ed avere dei crauti troppo
salati.... ma va!?
Comunque
dopo aver disposto lo strato di cavolo e sale, pressate tutto bene
con pestello in modo da compattare il tutto. Pressate; non prendete a
mazzate il povero cavolo!
Procedete
cosi alternando taglio e stratificazioni di cavolo e sale e
pressatura.
Uno
strato di cavolo una presa di sale e pressata e via finché ce n'è.
Man
mano che salite noterete che il cavolo comincerà a spurgare acqua.
Ottimo è proprio quello che deve succedere!
Alla
fine vi dovreste trovare l'acqua che copre il cavolo... a questo
punto scolatela tutta... ma no!! Fermi, scherzavo!
E'
importante che tutto il cavolo presente nel vaso sia completamente
coperto dall'acqua.
Ora
procedete a posizionare un disco rigido e un peso sopra di esso per
mantenere il tutto ben compresso e sempre sotto l'acqua.
Conservate
per le prime 3-4 settimane in casa o in un luogo comunque non troppo
freddo.
I
batteri per lavorare bene hanno bisogno di una temperatura casalinga;
il loro lavoro produrrà gas, anche un po' puzzolenti per i nasi
fini, che andranno liberati per evitare che i vostri crauti possano
diventare amari.
Durante
i primi giorni di fermentazione, aprite il vaso e sforacchiate più
volte la massa di verze fino in fondo usando una bacchetta. Vedrete
che emergeranno delle bollicine.
Dopo
un po' di tempo noterete che sulla superficie comincerà a formarsi
una patina bianca, come una muffa; buon segno, significa che il
processo di fermentazione sta andando bene.
Volendo
potete asportare la muffa superficiale anche se non fa male; in ogni
caso non mescolate mai il composto.
Quando
le verze cominciano ad assumere il classico colore giallino pallido e
la consistenza tipica dei crauti potete mettere il vaso in un posto
più fresco; assaggiate per capire se hanno definitivamente perso il
sapore di verza e assunto quello di crauti.
Il
sapore sarà decisamente più intenso di quelli che comprate al
supermercato, che sono anch'essi ottimi, di solito fermentati
naturalmente, senza uso di composti strani, ma che alla fine del
processo vengono sottoposti ad un trattamento di pastorizzazione per
arrestare il “lavoro” batteri... credo proprio che li ammazzino,
criminali!
I
vostri crauti fatti in casa invece saranno pieni di fermenti vivi,
ottimi per il benessere del vostro intestino. Anche la salamoia che
rimane è ottima da bere.
Man
mano che prelevate i crauti dal vaso verificate che l'acqua li
ricopra sempre, affinchè si conservino per bene. In caso contrario
potete rimediare aggiungendo un po' di acqua bollita con sale e
lasciata raffreddare.
Se
non vi dovesse piacere questa procedura, sappiate che internet è
pieno zeppo di istruzioni per fare i crauti fermentati casalinghi, ma
mia moglie mi ha obbligato a scrivere questo articolo; quindi per
mantenere il mio benessere fisico e mentale ho eseguito il compito
nonostante le mie capacità narrative siano al pari di un bambino di
4a elementare...
Quanti di voi sono stanchi di mangiare
a colazione sempre le stesse cose e vorrebbero cambiare ma non sanno
come? I pasti che Vi propongo possono sembrare impegnativi da
preparare ma niente di più sbagliato. Ognuno di noi può mangiare in
modo sano e gustoso. Le colazioni possono essere preparate prima e
conservate in frigo anche per 2 o 3 giorni. Potete anche cuocere il
miglio, grano saraceno, cous- cous o fiocchi qualche giorno prima in
modo che ogni mattina possiate trovare in frigo l'occorrente da
scaldate velocemente; ma se lo gradite potete gustarlo anche freddo.
Ecco i mix che potete prepararvi:
1.
miglio cotto
1 caco
mezzo bicchiere di latte vegetale
uvetta
noci brasiliane
semi di lino macinati
semi di zucca macinati
semi di girasole macinati
2.
miglio cotto
banana
pera
latte vegetale
datteri
noci brasiliane
miele
3.
fiocchi di avena cotti
mango
melagrano
latte vegetale
datteri
uvette
semi di cardo mariano macinati
Se preferite la consistenza di una
mousse, alcuni ingredienti come miglio, fiocchi, frutta possono
essere frullati insieme al latte vegetale. Mescolando poi insieme la
frutta secca sminuzzata il contrasto morbido croccante diventa
irresistibile ;)
Che
bello chiudersi in casa, passare più tempo con la famiglia, magari
davanti alla TV, sorseggiare il tea preferito o farsi una bella
cioccolata calda. Buttarsi sul divano avvolti in una coperta calda,
con un libro in mano. Ascoltare la musica preferita e le candele
profumate che in qualche modo ci illuminano le giornate buie e
piovose. Bello, bello, bello......tutto ciò sicuramente fa bene
all'anima, ma forse ci siamo dimenticati che abbiamo anche il corpo
che va riguardato. Perché se il corpo sta male anche l'anima soffre.
In questo periodo dell'anno, dove le giornate diventano sempre più
corte tendiamo ad uscire meno. C'è sempre una scusa; o non abbiamo
più tempo o fa freddo. Anche se l'autunno ci regala giornate
soleggiate, tiepide e profumate noi preferiamo stare a casa. E
nemmeno ci rendiamo conto che così ci facciamo male. Ci meravigliamo
come mai siamo più soggetti a malanni come influenze, raffreddori e
depressioni. Qualcuno ha sentito dire che il sole fa bene? Che il
sole è la vita? Se si allora perché lo evitiamo come se fosse una
peste? L'acqua, l' aria e il sole sono i tre elementi necessari per
la vita sulla terra. Ultimamente si è instaurata una strana
tendenza.
Da una parte si spinge molto sul passare tempo all'aria aperta e
sull'appropriato consumo dell'acqua ma dall'altra si demonizza il
sole, come il nostro più grande nemico, a causa del rischio di
cancro alla pelle. Questa credenza ha portato a una pandemia di
carenza di vitamina D e in conseguenza di tantissime altre malattie.
Potreste essere
sorpresi dal fatto che la vitamina D sia cosi importante per la
salute, specialmente perché ci è sempre stato detto che questa
vitamina è nutriente per le ossa. Ma pochi sanno che in realtà la
forma attiva della vitamina D è uno di più potenti ormoni del corpo
e regola molti più geni e funzioni corporee di ogni altro ormone
finora scoperto.
La
vitamina D viene prodotta come pro-ormone nella pelle, tramite
l’azione della luce solare, e poi convertita nella potente forma
ormonale. Questo ormone svolge un ruolo essenziale per il nostro
sistema immunitario e la sua carenza può provocare la morte
La
Vitamina D grazie alla capacità di influenzare circa 3000 dei 25000
geni che abbiamo, ha un notevole effetto sulla salute. Potrebbe
essere nominata un “nutriente miracoloso” per il sistema
immunitario, in quanto abilita il corpo alla produzione di più di
200 peptidi con funzione antimicrobica, indispensabili nella lotta
contro un vasto numero di infezioni.
Ma
scusate, non ci è stato detto che non ci dobbiamo preoccupare di
vitamina D perché bastano 15 min di esposizione per assicurarsi i
livelli ottimali?
L’esposizione
occasionale alla luce solare è insufficiente per la produzione di
vitamina D nella maggior parte delle persone. Per ottimizzarne i
livelli è indispensabile esporre al sole larghe parti del corpo e
non solo per qualche minuto. Il momento migliore per essere al sole
per la produzione di vitamina D, contrariamente alla credenza
popolare, è vicino a mezzogiorno. La luce ultravioletta proveniente
dal sole è disponibile in due lunghezze d’onda principali – UVA
e UVB. È importante capire la differenza tra queste ed i fattori di
rischio che ognuna comporta.
Le
onde UVB, cosiddette onde salutari, aiutano la pelle a produrre
vitamina D. Le UVA invece sono generalmente considerate poco salubri
perché possono penetrare più profondamente la pelle e causare più
danni da radicali liberi. I raggi UVA al contrario degli UVB sono
praticamente costanti durante tutte le ore della giornata, durante
tutto l'anno. Gli UVB invece sono scarsi al mattino ed alla sera ed
abbondanti a mezzogiorno. Per massimizzare la produzione di
vitamina D il periodo di esposizione migliore è la parte centrale
della giornata (approssimativamente tra le 12 e le 14!!!). Durante
questo periodo di intensa emanazione UVB basta una breve esposizione
per produrre la maggior parte della vitamina D. E' sufficiente che la
pelle diventi leggermente rosa. Più diventa scura (abbronzata) meno
produce vitamina D e la esposizione prolungata può rivelarsi
dannosa.
Solo
dopo che abbiamo prodotto la vit. D sarebbe opportuno mettersi la
crema solare!!! Più è scura la pelle, maggiore deve essere il tempo
di esposizione per ottimizzare la produzione di vitamina D.
Se
non è possibile esporsi alla luce solare, un lettino abbronzante
(con reattori elettronici anziché magnetici, per evitare inutile
esposizioni a campi elettromagnetici) può essere un’alternativa.
Come ultima risorsa è possibile ricorrere ad un integratore orale di
vitamina D3.
www.mowimyjak.pl
La
ricerca pubblicata da Grassroots Health tratta da D*Action study
dimostra che la percentuale media,necessaria per mantenere il livello
di vitamina nel sangue sopra i 40 ng/ml è di circa 8000UI al giorno.
Purtroppo
ci sono poche persone che sanno il proprio livello di vitamina D nel
sangue. Non so spiegarmi come mai questo esame non venga prescritto
come un esame di routine insieme alla morfologica!!! Soprattutto
perché essere carenti di questa vitamina vuol dire esporsi ad un
grande rischio di contrarre diverse malattie.
La
deficienza di vitamina D ha raggiunto proporzioni epidemiche in tutto
il mondo. Questo è dovuto al fatto che lavoriamo e studiamo in
ambienti chiusi e passiamo sempre più tempo a casa, davanti alla TV.
Il
primo passo per assicurarsi di stare ricevendo tutti i possibili
benefici dalla vitamina D è quello di verificare i livelli nel
sangue tramite un test denominato 25(OH)D o anche 25-idrossivitamina
D oppure Vitamina D 25-OH.
La
norma europea di livelli della vit. D nel sangue è di 30- 80 ng/ml.
Come possiamo vedere il range è abbastanza largo. Avendo 30ng/ml
sicuramente non possiamo evitare le malattie come tumore, morbo di
Alzheimer, artrite reumatoide o SLA. Meglio prevenire che curare,
assicurandosi un livello di vitamina più alto.
Ci
sono ricerche su oltre 200 patologie che sono state collegate alla
carenza di vitamina D e che possono rispondere alla supplementazione
con vitamina D o ancora meglio alla produzione nella pelle di
vitamina D indotta dall’esposizione alla luce solare. La mancanza
di Vitamina D3 può causare l'insorgenza di malattie come:
Infezioni
respiratorie acute
Anafilassi
Anemia
Ansia
Artrite
Asma
Arterosclerosi
Autismo
Malattie
Autoimmuni
Disordine Bipolare
Danni
cerebrali
Densità
del tessuto mammario
Fatica
Cronica
Dolore
Cronico
Raffreddori
Morbo
di Crohn
Fibrosi
cistica
Carie
dentaria
Depressione
Diabete
Dislessia
Eczema
Epilessia
Fibromialgia
Influenza
Fratture
Mal
di testa
Perdita
dell’udito
Malattie
cardiache
Colesterolo
alto
HIV/AIDS
Ipertensione
Disfunzioni
del sistema immunitario
Infertilità
Infiammazioni
Malattie
intestinali infiammatorie
Insonnia
Patologie
renali
Leucemia
Dolori
alla schiena (lombalgia)
Basso
peso alla nascita
Lupus
Degenerazione
maculare
Melanoma
Meningite (batterica)
Sindrome
Metabolica
Emicranie
Sclerosi
Multipla
Bassa
forza muscolare
Mieloma
Miopatie
Miopia
Neuroblastoma
Obesità
Osteomalacia
Osteoporosi
Parassitosi
Morbo
di Parkinson
Malattie
delle arterie periferiche
Polmonite
Sindrome
dell’ovaio policistico
Psoriasi
Retinoblastoma
Schizofrenia
Disturbi
affettivi stagionali (SAD)
Sepsi
e setticemia
Ictus
Tubercolosi
Dr
John Canell, lo studioso della vitamina, D ha creato la tabella (
pubblicata nella rivista medica Expert Opinion Pharma-cotherapy)
che aiuta i medici a stabilire la dose giusta di vitamina D3,
necessaria per prevenire diverse malattie:
per
prevenire la osteomalacia o rachitismo bastano 15 ng/ml
per
stabilizzare il livello degli ormoni tiroidei bisogna avere dai 20
ai 30 ng/ml di vitamina D3
per
ottimizzare l'assorbimento di calcio al livello intestinale la
vitamina D3 deve aggiungere il livello di 34 ng/ml
per
assicurare un buon funzionamento al sistema nervoso ci vogliono
circa 34 ng/ml- tutti i dolori alla schiena e agli muscoli sono più
probabili nelle persone con i bassi livelli di vitamina D3 nel
sangue
per
ridurre il rischio di tumore agli organi interni dobbiamo avere
almeno 38 ng/ml di vit. D3
chi
vuole ridurre a metà il rischio di cancro al seno, SLA o diabete
del tipo 1 deve invece superare il livello di 52 ng/ml
Purtroppo
tante persone non lo sanno, e seguendo il trend lanciato dalle
riviste etc., con la convinzione spalmano ai bambini e a se stessi
grandi quantità di creme, ancora prima di esporsi al sole!!!!!
Di
quanta vitamina D abbiamo bisogno?
Dr.
Zaidi, un famoso endocrinologo ed autore di tanti libri, nei suoi
pazienti cerca di mantenere i livelli di vitamina D nel sangue
intorno ai 50-100 ng/ml. Prescrivendo la “cura” il dottore segue
il seguente schema (il libro in lingua inglese lo trovi qui; http://www.amazon.com/Power-Vitamin-Scientific-Practical-Information-ebook/dp/B0037QH0C0/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&sr=1-2&qid=1415235057.p.
207)
–
per i livelli minori di
10 ng/ml – dosi di 15.000 IU /24h
–
per i livelli 10-20 ng/ml
– dosi di 12.500 IU /24h
–
per i livelli 20-30 ng/ml
– dosi di 10.000 IU /24h
–
per i livelli 30-40
ng/ml – dosi di 7.500 IU/ 24h
–
per i livelli 41-50 ng/ml
– dosi di 5.000 IU /24h
Le
quantità sopra indicate sono per una persona di peso medio di 70 kg.
Visto che la vitamina D è liposolubile, le persone con il sovrappeso
accumulano questa vitamina nella ciccia, diminuendo così la quantità
di essa nel sangue. Per questo motivo le persone che pesano più di
70 kg devono aggiungere 1000 IU per ogni 10 kg di peso corporeo e
quelle che pesano meno devono toglierle.
Una
buona regola generale è quella di integrare con 4.000 UI di vitamina
D al giorno. Ma prima di integrare ricordatevi di eseguire l'esame
del sangue 25(OH)D per verificarne i livelli. Cercate di raggiungere
i 50-60 ng/ml di vitamina D, dove pare si possano ottenere i migliori
benefici. Se 4.000 UI al giorno non sono sufficienti, si può sempre
aumentare la dose (chiedete al vostro medico), tenuto conto che il
nostro corpo è in grado di produrre 10.000 UI in meno di un’ora,
integrazioni fino a 10.000 UI risultano ben tollerate.
La
vitamina D3 e i vaccini!!!
Il
Dr. Joe Prendergast, uno dei molti esperti che stanno riconoscendo la
fenomenale importanza delle vitamine per la salute, nel suo video
allegato qui sotto spiega perché in molti modi la vitamina D è più
potente di qualsiasi vaccino. Egli menziona uno studio effettuato da
ricercatori tedeschi, che hanno scoperto che la vitamina D aumenta la
funzione immunitaria di un fattore da 3 a 5, stimolando
drammaticamente nel contempo la produzione di potenti peptidi
antimicrobici.Inoltre,
l’esposizione alla radiazione ultravioletta del sole, stimolando la
produzione di vitamina D attraverso la pelle, è in grado di ridurre
non solo l’incidenza delle infezioni respiratorie, ma anche un
vasto numero di altre condizioni patologiche.
www.naszraciborz.pl
La
comunità medica convenzionale, con l’industria farmaceutica in
testa, sta cercando di creare i vaccini per ogni possibile malattia.
Ovviamente non è mai esistita una malattia provocata da una
“deficienza di vaccini”, ma ci sono sicuramente malattie causate
da deficienza di vitamina D che vanno dal cancro alla depressione! La
Vitamina D rappresenta una difesa contro le malattie per eccellenza. La
difesa migliore deriva da un robusto sistema immunitario e può
essere compromessa dalle vaccinazioni. L’intento presunto di una
vaccinazione è quello di ottenere un’immunità attraverso
l’esposizione del sistema immunitario a piccole dosi attenuate
dell’organismo (o dei suoi antigeni) potenzialmente in grado di
causare malattia. Questa strategia preventiva nella “guerra contro
i germi” spesso causa così tanti effetti e danni collaterali da
forzare i governi mondiali a nasconderne i rischi. La
realtà è che i danni alla salute dovuti alla malattia per cui si
cerca di sviluppare un vaccino sono di gran lunga inferiori rispetto
a quelli generati dalla vaccinazione
stessa. (http://www.greenmedinfo.com/anti-therapeutic-action/vaccination-all) Il
nostro sistema immunitario è già predisposto naturalmente a
combattere le infezioni, se possiede adeguati livelli di vitamina D
ed altri nutrienti chiave. Ci sono numerosi studi che dimostrano la
superiore efficacia delle strategie naturali come la vitamina D nella
prevenzione delle malattie.
Dove
trovare la vitamina D?
Ci
sono diverse fonti di vitamina D.
Naturale:
sole - fa bene e in più è gratis ;)
Le
fonti alimentari che contengono quantità apprezzabili di vitamina
D3 e D2 sono davvero poche, tra queste:
pesci
grassi come aringhe, sgombri, salmone, sardine e merluzzo;
olio
di fegato di merluzzo;
latte
e lattici;
uova;
verdure
a foglia verde.
3. Supplementi come
opercoli, gocce, olio di fegato di merluzzo
Quanto
è tossica la vitamina D?
La
vitamina D è largamente considerata la più tossica di tutte le
vitamine e i tremendi avvertimenti a riguardo sono spesso divulgati
per evitare un eccesso di vitamina D sia nella dieta che
nell’esposizione solare. Il dibattito sulla vitamina D ha comunque
mancato di prendere in considerazione l’interazione tra la vitamina
A, D e K. Varie evidenze suggeriscono che la tossicità della
vitamina D risulta da una carenza relativa di vitamine A e K. Quindi,
la soluzione non è quella di evitare l’esposizione solare o i cibi
ricchi di vitamina D ma piuttosto di unire a queste azioni (e
aumentare) l’assunzione di vitamine A e K (con la dieta e/o gli
integratori).
Dr.
Zeidi sottolinea,che usando il suo schema di dosaggio di Vitamina D3,
nessuno dei suoi pazienti ha mai mostrato i sintomi di
intossicazione. I livelli di calcio venivano controllati ogni quattro
mesi.
Anche
Jeff. T. Bowles nel suo libro „The
Miracolous Results of Extremely High Doses of Vitamin D3″ descrive
come ha curato i suoi malesseri prendendo per un anno da 25.000 a
100.000 UI di vitamina D3 + K2-Mk7 senza aver mai avvertito i sintomi
di intossicazione. Controllava spesso i livelli di vitamina D3 e di
calcio nel sangue e dopo essere completamente guarito ha deciso di
descrivere la sua avventura nel libro.
Qui
troverete un'interessante discorso del dr. Michael Hollick
Bisogna
sempre controllare i livelli di vitamina D3 facendo un
test denominato 25(OH)D o anche 25-idrossivitamina D oppure Vitamina
D 25-OH
Il
livello ottimale di vitamina D3 nel sangue cioè di 25 (OH) dovrebbe
essere tra 50-70 ng/ml. Nei primi mesi di supplementazione bisogna
controllare i suoi livelli ogni 2 mesi.
Vitamina
D3 è liposolubile e va assunta con un pasto contenente grassi
Assumendo
la vitamina D3 bisogna ASSOLUTAMENTE assumere anche la vitamina K2-
MK7 ( almeno 100 microgrammi al giorno).
Il
latte materno contiene poca vitamina D3. Soltanto ca. 10% di
vitamina D assunta dalla madre passa nel suo latte.
Bisogna
esporsi al sole ma non abbronzarsi.
Soltanto
dopo l'esposizione proteggiamo la pelle spalmando la crema solare.
La
vitamina D3 prodotta dalla pelle ha bisogno di circa 48 ore per
assorbirsi- sarebbe opportuno lavare soltanto le parti necessarie;/
Il
calcio nelle arterie o nelle ossa e nei denti?
La
vitamina K2, ma non la vitamina K1, riduce i depositi di calcio
nocivi nelle arterie. Questo potrebbe significare una svolta
importante nel trattamento delle malattie cardiovascolari ( Bill
Clinton è completamente guarito dalla arterosclerosi, senza
ricorrere alla operazione, grazie alla dieta ricca di frutta, verdura
e vitamina K2), ma non solo. Anche l’osteoporosi può essere curata
per davvero!!! Se solo i medici decidessero di abbandonare la comune
pratica di prescrivere i prodotti contenenti calcio per risolvere i
problemi derivanti dalla sua carenza!!!
Cercando
di risolvere il problema e di remineralizzare le ossa tanti medici
prescrivono il calcio e consigliano di mangiare i prodotti esso
contenenti. Ma stranamente, grazie a questo approccio il calcio
diminuisce ulteriormente e in più aumenta la calcificazione nelle
arterie.
Questo
è il “Paradosso del Calcio” ed ha luogo quando la dieta non è
povera di calcio ma di vitamina K2- la vitamina che fa da
“poliziotto” nel nostro corpo e indirizza il calcio nelle ossa e
nei denti.
Anche
il sangue necessita una precisa quantità di calcio, che viene
regolata dagli ormoni. Esso è fondamentale per le funzioni come il
battito cardiaco, la contrazione muscolare, la vasodilatazione e la
trasmissione nervosa. Se la dieta è povera di calcio, oppure caso
più frequente, se l’organismo non riesce ad assimilare sufficiente
l’ormone paratiroideo favorirà la rimozione del calcio dai tessuti
scheletrici. Il livello di calcio serve a mantenere alcalino il pH
nel sangue.
E’
importante sapere che un osso è un tessuto vivente, attivo, e
dinamico. La calcitonina (un ormone prodotto dalla tiroide)
interviene per diminuire la concentrazione di calcio quando i suoi
livelli sono alti.
La
vitamina K invece funziona come coenzima, attivando una serie di
proteine coinvolte nella coagulazione del sangue, nella formazione di
ossa e nel mantenere liberi i vasi sanguigni da depositi di calcio.
La
vitamina K è conosciuta come la “vitamina della coagulazione”.
Fu scoperta nel 1929 dallo scienziato danese Henrik Dam. La vitamina
ha preso il nome dalla prima lettera della parola tedesca
Koagulationsvitamin. Nel corso degli anni è stato scoperto che la
vitamina K non è un singolo composto, ma famiglie di composti con
struttura chimica di caratteristiche simili.
Negli
ultimi tre decenni diverse ricerche hanno confermato il ruolo
essenziale delle vitamine K nel mantenere la salute delle ossa e
tutto il sistema cardiovascolare. In più hanno un ruolo importante
nella formazione di proteine della coagulazione del sangue nel
fegato. Sono necessarie anche per il corretto funzionamento delle
proteine rimineralizzanti delle ossa e della proteina che inibisce la
calcificazione nelle arterie.
Nonostante
questi dati siano a disposizione di tutti, il pubblico disinformato,
e anche molti medici e dietisti, sono ancora convinti che per
risolvere problemi derivanti dalla carenza di calcio bisogna
suplementarlo e riempirsi di prodotti esso contenenti.
Questo
fatto è sfruttato dall’industria casearia che nelle campagne
pubblicitarie ci fa credere che sia sufficiente assumere una quantità
di calcio perché venga assimilato e vada a finire direttamente nelle
ossa.
http://www.ilewazy.pl/szklanka-mleka-1-5
Purtroppo
le popolazioni occidentali sono carenti di vitamine del gruppo K,
necessarie per la salute ottimale delle ossa e del cuore. Il problema
non tocca solo chi segue la dieta crudista, ma riguarda l'intera
popolazione.
L'integrazione
di vitamina K2 nell’alimentazione (natto,crauti, bietole
fermentate, suplemento di witamina K2-MK7) può dare molte risposte
sul paradosso del calcio e un contributo importante nella cura
dell’osteoporosi.
La
vitamina K2 previene accumulo e rimuove l’eccesso di calcio nelle
arterie.
Le
malattie cardiovascolari e l’osteoporosi nascono per lo stesso
problema. La mancanza di minerali nelle ossa le rende deboli e una
quantità eccessiva di calcio nei vasi sanguigni li rende rigidi.
Questo fenomeno porta alla ipertensione e successivamente alle
malattie cardiovascolari.
La
vitamina K2 può aiutare anche a risolvere i seguenti problemi:
invecchiamento
malattie
cardiovascolari
osteoporosi
morbo
di Alzheimer
rughe
vene
varicose
diabete
artrite
rematoide
SLA
vari
tipi di tumore
salute
del neonato
salute
dei denti
Riassumendo:
La
vitamina K2 ci protegge da tantissime malattie e non è tossica
La
miglior forma di vitamina K2 è K2- MK7
Basta
assumere circa 100 microgrammi al giorno
In
caso di supplementazione di vitamina D3 bisogna aumentare il dosaggio
di vitamina K2 da 200 a 300 microgrammi al giorno
La
vitamina K2 è liposolubile e va consumata con i pasti contenenti i
grassi.
Tutto
ebbe inizio nel lontano 1912, quando uno scienziato di origine
polacca ;-) Kazimierz Funk, scoprì una sostanza in grado di curare una
grave malattia provocata da una dieta incentrata quasi esclusivamente
sul riso brillato. Funk
scoprì che tale sostanza, appartenente al gruppo delle ammine ed oggi
conosciuta come tiamina o vitamina B1,
riusciva a curare rapidamente i malati. Per rappresentare le sue due
caratteristiche fondamentali (origine chimica e proprietà
salutistiche), Funk coniò il termine "amina della vita" o,
più brevemente, vitamina. In seguito, per la sua capacità di curare
il beri-beri, tale sostanza assunse il nome di vitamina B.
Successivamente, nonostante la scoperta che non tutte le vitamine
possiedono gruppi amminici, fu mantenuto il sistema di
classificazione originale, basato sull'identificazione delle diverse
vitamine
con le lettere dell'alfabeto. Fu però introdotta una sostanziale
differenza: a partire da quel momento la nomenclatura non venne più
basata sulle malattie da esse curate o prevenute, ma sull'ordine
cronologico della scoperta.
Da
quel momento ad oggi sono state identificate 13 vitamine, suddivise
in liposolubili (A, D, E, K) ed idrosolubili (B1, B2, B3, B5, B6, B8,
B9, B12, C).
Le
vitamine
sono dei catalizzatori e dei regolatori dei processi metabolici, che
intervengono in moltissime reazioni enzimatiche. Anche se presenti in
piccole quantità nel nostro corpo, risultano indispensabili per la
vita. Non hanno nessun valore energetico, ma svolgono unicamente un
ruolo catalitico e regolatore su tutte le funzioni organiche, come ad
esempio la crescita o la funzione riproduttiva.
Le
vitamine potenziano le difese dell’organismo, intervengono nei
processi riparativi delle cellule danneggiate dall’azione lesiva di
agenti fisici o chimici, influiscono su tutte le ghiandole endocrine,
sull’equilibrio minerale, sulla produzione e demolizione del
tessuto osseo, sulla funzionalità del sistema nervoso centrale, sul
processo della visione, sulle vie che trasformano i grassi, le
proteine, gli zuccheri e portano alla fabbricazione degli acidi
nucleici. Questo non vuol dire che ogni vitamina ha un specifico
compito, cioè questa vitamina è responsabile per questo e questa
per quello. Le vitamine “lavorano” in gruppo. Ad esempio:
per
un corretto funzionamento delle ossa non abbiamo solo bisogno del
calcio. Serve anche il magnesio e fosforo;
per
creare un corretto impulso nervoso abbiamo bisogno delle giuste
quantita di sodio, potassio, cloro, calcio e vitamina B12;
per
creare i globuli rossi non basta solo il ferro ma c'è anche bisogno
di rame, vitamina C, B6, B9, B12 e di proteine;
per
mantenere la nostra pelle in salute abbiamo bisogno di diverse
sostanze come vitamina A, E, B2,B3, B9, omega 6, lecitina, silicio e
ferro.
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Le
vitamine possiamo dividerle in liposolubili A, D, E, F, K e
idrosolubili B, C, P. Il nostro fabbisogno giornaliero di vitamine è
molto basso, basta qualche milligrammo al giorno. Soltanto i valori
di vitamina C e P sono relativamente alti. Tutti questi nutrienti, a
parte la B12 contenuta prevalentemente nei cibi animali, dovrebbero
trovarsi principalmente nella frutta, nella verdura e nei cereali
integrali. Al giorno d'oggi però tali alimenti presentano purtroppo
quantità scarse o minime di queste sostanze. L'unica fonte, che
possiede ancora uno spettro quantitativamente e qualitativamente
ampio e completo di vitamine, inclusa la B12, sono alcuni cibi
selvatici e primordiali. Sopratutto poco conosciute e usate nella
nostra cultura le alghe verdi-azzurre.
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I
minerali fanno parte dei principi alimentari inorganici perché non
contengono carbonio. Nel corpo umano i minerali sono presenti in
forma di sali oppure
in forma di ioni (atomi
o gruppi di atomi aventi carica elettrica positiva o negativa)
liberi, vaganti nei liquidi organici. Visto che non contengono
carbonio essi fanno parte dei principi alimentari inorganici. Li
possiamo dividere in:
macroelementi
(calcio, fosforo, magnesio, potassio, ferro, sodio, cloro) che vanno
assunti giornalmente in quantità relativamente grandi ( il
fabbisogno
supera i 100mg/die)
microelementi
o oligoelementi (cobalto, rame, iodio, litio, manganese selenio,
zinco, zolfo, oro, fluoro, nichel, berillio, alluminio, cromo), dei
quali abbiamo bisogno in piccole o piccolissime quantità
(fabbisogno
è limitato e non supera i 100mg/die)
Alcuni
minerali come il
calcio, il fluoro, il fosforo e il magnesio
svolgono una funzione plastica, in quanto partecipano alla struttura
del corpo umano, mentre altri sono bioregolatori giacché partecipano
alle reazioni metaboliche e all'attività degli enzimi.
Il
fabbisogno micro- o oligo- elementi è molto basso variando dal
millesimo di milligrammo al milligrammo, ma il loro apporto deve
essere costante. Cereali, legumi, semi oleaginosi, frutta e verdura,
prodotti di mare erano un tempo le più importanti fonti di minerali.
Oggi purtroppo i terreni, e di conseguenza i cibi, sono sempre più
poveri di nutrienti. La principale e più ricca fonte di macro e
microminerali sono i cosiddetti "supercibi" come cereali
originari, semi, erbe particolari e microalghe. Questi alimenti non
hanno ancora subito le manipolazioni e alterazioni dell' agricoltura
e dell'industria alimentare moderna.
L'importanza
delle vitamine nelle attività di molti enzimi e conosciuta da
moltissimo tempo. Per quanto riguarda i minerali solo recentemente si
è esaminato più profondamente il loro importantissimo ruolo:
Il
ferro e il rame sono due oligoelementi strettamente legati tra loro;
il ferro è essenziale per la sintesi dell'emoglobina, una proteina
che lega l'ossigeno contenuto nei globuli rossi e nella mioglobina
muscolare. Il rame (e, in parte, anche il cobalto), oltre a
facilitare l'assorbimento del ferro, entra nel meccanismo di sintesi
dell'emoglobina favorendolo. Il ferro è anche un componente di
enzimi del metabolismo energetico, mentre il rame costituisce
diversi enzimi digestivi e determina la formazione di elastina.
Il
molibdeno compone alcuni enzimi che partecipano al metabolismo delle
basi puriniche (costituenti dei nucleotidi).
Lo
zinco, è un componente enzimatico che si trova sia nei
catalizzatori degli acidi nucleici che in quelli digestivi;
partecipa al funzionamento sensoriale del gusto e dell'olfatto.
Lo
iodio è un importantissimo componente degli ormoni tiroidei
tiroxina
e triiodotironina,
pertanto (assieme al cobalto che partecipa alla reazione di
fissazione dello iodio) rappresenta un elemento di bioregolazione
corporea.
Il
fluoro, come anticipato, partecipa al mantenimento della struttura
ossea e dentaria, inoltre svolge una vera e propria azione
schermante dalla carie.
Il
manganese è un componente di numerosi enzimi che partecipano alla
biosintesi del colesterolo e al metabolismo delle ammine in genere.
Il
cromo è coinvolto nel metabolismo glucidico e lipidico; è
componente di un fattore detto GTF
che potenzia l'attività dell'ormone insulina nel trasporto del
glucosio.
Il
cobalto partecipa alle varie funzioni della cianocobalamina
(vit. B12), influenza la biosintesi dell'emoglobina e facilita la
fissazione dello iodio tiroideo.
Il
selenio è un coenzima della glutatione
perossidasi,
agisce da antiossidante proteggendo le membrane cellulari e
contrastando l'azione negativa dei radicali liberi.
In
pratica, i minerali, sebbene presenti in concentrazioni basse o
talvolta infinitesimali, regolano tutte le funzioni organiche e concorrono al mantenimento dell’omeostasi organica.
Le ricerche hanno dimostrato che una loro carenza turba l’equilibrio
umorale, indebolisce l'organismo e rende pericolosamente fragile il
terreno vitale.
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Ognuno
di noi sa che la principale fonte di vitamine e minerali consiste
nei vegetali, i quali, a loro volta, assorbono i minerali dal
terreno. La nostra dieta dovrebbe fornirci tutti elementi di cui il
nostro corpo ha bisogno per svolgere le azioni vitali. Purtroppo i
terreni utilizzati per le coltivazioni al giorno d'oggi contengono al
massimo 15-20 minerali. Di conseguenza le piante che vi crescono cono
carenti di minerali e vitamine. Anche le piogge acide, l’estrema
raffinazione e i processi industriali a cui sono sottoposti molti dei
cibi che mangiamo contribuiscono ad abbassare ulteriormente la
quantità di nutrienti disponibili per il buon funzionamento
dell’organismo umano.
La
frutta e la verdura conservate a lungo in casa subiscono perdite
vitaminiche decisamente ingenti. Per esempio una mela in due mesi
vede ridursi il suo contenuto di vitamina C fino ad un terzo del
valore iniziale. Lavare e pelare le verdure è causa di
abbondanti perdite di vitamine C e del gruppo B. Cottura e
raffreddamento sono responsabili poi di ulteriori perdite. Volgendo
lo sguardo ai trattamenti industriali quello che emerge non è più
tranquillizzante. Il congelamento consente di ridurre le perdite di
vitamine, tuttavia il successivo scongelamento è causa di notevoli
perdite. Ancora più rilevanti in termini numerici sono le perdite
causate dalla raffinazione della farina, dalla sterilizzazione e
dallo sbiancamento dei prodotti in scatola.
Proprio
nelle aree geografiche a più elevato tenore di vita una larga parte
della popolazione dei paesi sviluppati ha
ridotte riserve di vitamine e minerali. Questa
condizione, in una prima fase provoca generalmente solo danni a
livello biochimico, che non sempre si esprimono con sintomi chiari e
inequivocabili. Solo dopo numerosi anni o in occasione di particolari
eventi o situazioni (stress, gravidanza, attività fisica intensa,
ecc.), lo stato carenziale può esprimersi con la malattia. Si tratta
di forme di ipovitaminosi e carenze minerali latenti che sono tanto
più pericolose in quanto rimangono inapparenti per lunghi periodi.
Nel
rapporto di Val de Marne del 1991 furono evidenziate estreme carenze
di minerali e vitamine nell'alimentazione corrente.
Le
vitamine B erano dal 40% al 90% inferiori ai livelli di assunzione
raccomandati; la vitamina A dal 50% al 60%; la vitamina E 100%;
il
magnesio dal 60% al 90%; lo zinco 90%; il rame dal 55% al 90%.
Purtroppo
da allora la situazione non è migliorata. I recenti studi hanno
mostrato che negli ultimi 15 anni c'è stato un ulteriore calo di
nutrienti nei cibi con percentuali che arrivano, per alcune
sostanze, fino a - 92%. Quali sono allora le cause
di queste forme carenziali se tutti gli alimenti allo stato naturale
contengono i micronutrienti indispensabili per la salute? Il forte
depauperamento e impoverimento dei terreni agricoli, la cottura, la
conservazione, la raffinazione, le manipolazioni casalinghe e
industriali dei cibi. Dopo questi interventi gli alimenti sono
ancora sostanzialmente invariati per quanto concerne il valore
calorico, la quantità delle proteine, dei glucidi e dei grassi.
Il
problema non si risolve con gli integratori fatti dall'uomo, per due
ragioni fondamentali:
perché
il nostro corpo non li riconosce come alimenti, e li assimila solo
in minima parte (e ciò che non viene assimilato finisce per fare
danni!);
perché
ciò di cui il nostro corpo ha bisogno non è una specifica vitamina
o minerale, né solo un certo numero di vitamine e minerali, ma lo
spettro completo di tutti i nutrienti, anche in minime quantità.
Infatti ciascun nutriente funziona bene ed è fortemente potenziato
solo se in una sinergia completa e bilanciata di tutti i nutrienti,
proprio come nei cibi selvatici primordiali.
Risulta
allora sempre più importante garantire all’organismo un adeguato
apporto di nutrienti essenziali, che di solito si può realizzare mediante una
naturale integrazione di queste sostanze nutritive dai cibi
primordiali: germogli, erbe di cereali, cibi fermentati, ma in primo
luogo alghe verdi-azzurre selvatiche, probiotici ed enzimi. Ma se nonostante l'alimentazione sana e ricca di frutta e verdura abbiamo le carenze vitaminiche? Cosa possiamo fare? Tranquilli, tutto si può risolvere ;-) Come? Con gli integratori giusti....!!!! Ma come? Non ho scritto che con integratori non si risolveva niente? Se avete letto bene meglio condurre uno stile di vita sano e seguire un'alimentazione equilibrata- solo così si vince la battaglia contro l'invecchiamento, stanchezza e sopratutto le malattie. Ma se nonostante gli sforzi questa non bastasse bisogna integrare. Non con gli integratori multivitaminici, proposti nel commercio, nei quali le quantità di vitamine sono insufficienti. Prima sarebbe opportuno capire, attraverso gli esami di sangue, cosa ci manca e poi integrare, considerando anche il fatto che le vitamine non agiscono da sole ma in gruppo e che la mancanza di ad esempio ferro, non sempre significa la mancanza di questo oligoelemento. Ma di questo e altro Vi scriverò la prossima volta. Vi presenterò i "grandi protocolli vitaminici". Alla prossima Bibliografia: 1. "Zdrowie na wlasne zyczenie", Jozef Slonecki, vol. 1 2. www.blog.h24store.it 3. www.weightwelness.it 4.www.benessere360.com 5. www.bioslone.pl