domenica 15 maggio 2016

Crauti fatti in casa


La fermentazione viene definita come una reazione utilizzata da vari microorganismi per produrre energia a partire dagli zuccheri in assenza di ossigeno. La fermentazione lattica, che ha luogo nel colon e molto simile a un'altra reazione utilizzata da millenni per conservare i cibi. Già i primi allevatori hanno notato che ponendo il latte delle loro bestie in un recipiente ermetico esso “cagliava”e si conservava più a lungo rispetto a latte fresco. Senza saperlo e saperlo spiegare su piano scientifico essi hanno scoperto la fermentazione lattica. Il processo che trasforma lo zucchero del latte in acido lattico, cosa che acidifica l'ambiente e impedisce la proliferazione di microorganismi patogeni come le muffe.
La scoperta e il perfezionamento di vari metodi per ottenere queste forme di latte fermentato hanno origine ne Medio Oriente e nei Balcani. Anche se guardando diverse culture e tradizioni alimentari possiamo notare che ognuna di esse ha dato origine a vari alimenti a base di latte e verdure fermentati:skyr, langfil, viili e ymer nei paesi scandinavi; mass, zabady, irgo e nono in Africa, yogurt, crauti in Europa, e nei Paesi dell'Est biokys, tarho, kefir, koumis, barszcz. Oltre a una conservazione più lunga rispetto a prodotti freschi, i prodotti fermentati presentano numerosi vantaggi:

  • maggior digeribilità;
  • maggior ricchezza di nutrienti come proteine, aminoacidi, acidi grassi e vitamine provenienti dai batteri;
  • maggior varietà gastronomica grazie ai diversi aromi, sapori e consistenze generati dalla fermentazione.

Crauti fatti in casa by Carlo

Necessario:
- scatoletta Zuccato
- apriscatole
- forchetta
... beh no così è un po' troppo semplice. Con un po' di impegno si possono fare degli ottimi crauti fermentati, ancor più buoni di quelli confezionati.



Ingredienti
  • cavolo cappuccio (per riempire il mio vaso utilizzo circa 10 kg)
  • un bicchiere scarso di sale di cava non trattato (sale himalayano oppure sale ???)
  • aceto noooo! Non si usa l'aceto

Materiale
- coltello o se preferite far meno fatica potete usare l'affettacrauti manuale o l'affettatrice elettrica
- vaso di terracotta con coperchio
- pestello con una base ampia
- un coperchio di plastica semirigido o 2 semicerchi di legno
- un sasso 


Preparazione

Indossate il vestiario adatto, meglio se tirolese.
Date una bella sciacquata ai cavoli interi, rimuovendo soltanto le prime foglie sporche o rovinate.
Affilate bene il coltello; ci vorrà un po' di tempo ma un coltello ben affilato, oltre a garantire un taglio più facile, può anche essere utile nel caso vostra moglie continuasse a ronzarvi intorno dicendo che lei li taglierebbe più sottili.



Bon, adesso iniziate ad affettare.
Io, prima divido il cavolo in pezzi più piccoli e maneggevoli, poi parto ad affettarli a striscioline sottili, tipo spaghetto. Questa è sicuramente la parte più faticosa ma che a me personalmente dà soddisfazione. Sarà il mio spirito omicida nascosto o sarà che menare il coltello ristabilisce il mio equilibrio interiore.
Quando avete affettato il primo cavolo potete già cominciare a riempire il vaso di terracotta, precedentemente lavato.

Disponete sul fondo un primo strato di cavolo affettato, e spargetevi sopra una presa di sale. Dovete farvi bastare il bicchiere di sale per tutta la preparazione, ma regolatevi ad occhio, non state a fare i farmacisti. 
Con poco sale aumenta la velocità di fermentazione, con troppo sale si finisce per dover aspettare troppo ed avere dei crauti troppo salati.... ma va!?

Comunque dopo aver disposto lo strato di cavolo e sale, pressate tutto bene con pestello in modo da compattare il tutto. Pressate; non prendete a mazzate il povero cavolo!


Procedete cosi alternando taglio e stratificazioni di cavolo e sale e pressatura.
Uno strato di cavolo una presa di sale e pressata e via finché ce n'è.

Man mano che salite noterete che il cavolo comincerà a spurgare acqua. Ottimo è proprio quello che deve succedere! 
Alla fine vi dovreste trovare l'acqua che copre il cavolo... a questo punto scolatela tutta... ma no!! Fermi, scherzavo!

E' importante che tutto il cavolo presente nel vaso sia completamente coperto dall'acqua.
Ora procedete a posizionare un disco rigido e un peso sopra di esso per mantenere il tutto ben compresso e sempre sotto l'acqua.


Conservate per le prime 3-4 settimane in casa o in un luogo comunque non troppo freddo.
I batteri per lavorare bene hanno bisogno di una temperatura casalinga; il loro lavoro produrrà gas, anche un po' puzzolenti per i nasi fini, che andranno liberati per evitare che i vostri crauti possano diventare amari.

Durante i primi giorni di fermentazione, aprite il vaso e sforacchiate più volte la massa di verze fino in fondo usando una bacchetta. Vedrete che emergeranno delle bollicine.


Dopo un po' di tempo noterete che sulla superficie comincerà a formarsi una patina bianca, come una muffa; buon segno, significa che il processo di fermentazione sta andando bene.
Volendo potete asportare la muffa superficiale anche se non fa male; in ogni caso non mescolate mai il composto.

Quando le verze cominciano ad assumere il classico colore giallino pallido e la consistenza tipica dei crauti potete mettere il vaso in un posto più fresco; assaggiate per capire se hanno definitivamente perso il sapore di verza e assunto quello di crauti.
Il sapore sarà decisamente più intenso di quelli che comprate al supermercato, che sono anch'essi ottimi, di solito fermentati naturalmente, senza uso di composti strani, ma che alla fine del processo vengono sottoposti ad un trattamento di pastorizzazione per arrestare il “lavoro” batteri... credo proprio che li ammazzino, criminali!

I vostri crauti fatti in casa invece saranno pieni di fermenti vivi, ottimi per il benessere del vostro intestino. Anche la salamoia che rimane è ottima da bere.

Man mano che prelevate i crauti dal vaso verificate che l'acqua li ricopra sempre, affinchè si conservino per bene. In caso contrario potete rimediare aggiungendo un po' di acqua bollita con sale e lasciata raffreddare.

Se non vi dovesse piacere questa procedura, sappiate che internet è pieno zeppo di istruzioni per fare i crauti fermentati casalinghi, ma mia moglie mi ha obbligato a scrivere questo articolo; quindi per mantenere il mio benessere fisico e mentale ho eseguito il compito nonostante le mie capacità narrative siano al pari di un bambino di 4a elementare...

Buona Fermentazione!



sabato 27 febbraio 2016

Tre gustosi modi per iniziare bene la giornata

Quanti di voi sono stanchi di mangiare a colazione sempre le stesse cose e vorrebbero cambiare ma non sanno come? I pasti che Vi propongo possono sembrare impegnativi da preparare ma niente di più sbagliato. Ognuno di noi può mangiare in modo sano e gustoso. Le colazioni possono essere preparate prima e conservate in frigo anche per 2 o 3 giorni. Potete anche cuocere il miglio, grano saraceno, cous- cous o fiocchi qualche giorno prima in modo che ogni mattina possiate trovare in frigo l'occorrente da scaldate velocemente; ma se lo gradite potete gustarlo anche freddo.

Ecco i mix che potete prepararvi:

1.
  • miglio cotto
  • 1 caco
  • mezzo bicchiere di latte vegetale
  • uvetta
  • noci brasiliane
  • semi di lino macinati
  • semi di zucca macinati
  • semi di girasole macinati





2.
  • miglio cotto
  • banana
  • pera
  • latte vegetale
  • datteri
  • noci brasiliane
  • miele

3.
  • fiocchi di avena cotti
  • mango
  • melagrano
  • latte vegetale
  • datteri
  • uvette
  • semi di cardo mariano macinati






Se preferite la consistenza di una mousse, alcuni ingredienti come miglio, fiocchi, frutta possono essere frullati insieme al latte vegetale. Mescolando poi insieme la frutta secca sminuzzata il contrasto morbido croccante diventa irresistibile ;)

lunedì 8 febbraio 2016

Quel mostro di vitamina D3!


Che bello chiudersi in casa, passare più tempo con la famiglia, magari davanti alla TV, sorseggiare il tea preferito o farsi una bella cioccolata calda. Buttarsi sul divano avvolti in una coperta calda, con un libro in mano. Ascoltare la musica preferita e le candele profumate che in qualche modo ci illuminano le giornate buie e piovose. Bello, bello, bello......tutto ciò sicuramente fa bene all'anima, ma forse ci siamo dimenticati che abbiamo anche il corpo che va riguardato. Perché se il corpo sta male anche l'anima soffre. In questo periodo dell'anno, dove le giornate diventano sempre più corte tendiamo ad uscire meno. C'è sempre una scusa; o non abbiamo più tempo o fa freddo. Anche se l'autunno ci regala giornate soleggiate, tiepide e profumate noi preferiamo stare a casa. E nemmeno ci rendiamo conto che così ci facciamo male. Ci meravigliamo come mai siamo più soggetti a malanni come influenze, raffreddori e depressioni. Qualcuno ha sentito dire che il sole fa bene? Che il sole è la vita? Se si allora perché lo evitiamo come se fosse una peste? L'acqua, l' aria e il sole sono i tre elementi necessari per la vita sulla terra. Ultimamente si è instaurata una strana tendenza. Da una parte si spinge molto sul passare tempo all'aria aperta e sull'appropriato consumo dell'acqua ma dall'altra si demonizza il sole, come il nostro più grande nemico, a causa del rischio di cancro alla pelle. Questa credenza ha portato a una pandemia di carenza di vitamina D e in conseguenza di tantissime altre malattie. Potreste essere sorpresi dal fatto che la vitamina D sia cosi importante per la salute, specialmente perché ci è sempre stato detto che questa vitamina è nutriente per le ossa. Ma pochi sanno che in realtà la forma attiva della vitamina D è uno di più potenti ormoni del corpo e regola molti più geni e funzioni corporee di ogni altro ormone finora scoperto.


www.tapeta-niebo-slonca-zachod-aka-maki.na-pulpit.com

La vitamina D viene prodotta come pro-ormone nella pelle, tramite l’azione della luce solare, e poi convertita nella potente forma ormonale. Questo ormone svolge un ruolo essenziale per il nostro sistema immunitario e la sua carenza può provocare la morte 

La Vitamina D grazie alla capacità di influenzare circa 3000 dei 25000 geni che abbiamo, ha un notevole effetto sulla salute. Potrebbe essere nominata un “nutriente miracoloso” per il sistema immunitario, in quanto abilita il corpo alla produzione di più di 200 peptidi con funzione antimicrobica, indispensabili nella lotta contro un vasto numero di infezioni.
Ma scusate, non ci è stato detto che non ci dobbiamo preoccupare di vitamina D perché bastano 15 min di esposizione per assicurarsi i livelli ottimali?
L’esposizione occasionale alla luce solare è insufficiente per la produzione di vitamina D nella maggior parte delle persone. Per ottimizzarne i livelli è indispensabile esporre al sole larghe parti del corpo e non solo per qualche minuto. Il momento migliore per essere al sole per la produzione di vitamina D, contrariamente alla credenza popolare, è vicino a mezzogiorno. La luce ultravioletta proveniente dal sole è disponibile in due lunghezze d’onda principali – UVA e UVB. È importante capire la differenza tra queste ed i fattori di rischio che ognuna comporta.
Le onde UVB, cosiddette onde salutari, aiutano la pelle a produrre vitamina D. Le UVA invece sono generalmente considerate poco salubri perché possono penetrare più profondamente la pelle e causare più danni da radicali liberi. I raggi UVA al contrario degli UVB sono praticamente costanti durante tutte le ore della giornata, durante tutto l'anno. Gli UVB invece sono scarsi al mattino ed alla sera ed abbondanti a mezzogiorno.
Per massimizzare la produzione di vitamina D il periodo di esposizione migliore è la parte centrale della giornata (approssimativamente tra le 12 e le 14!!!). Durante questo periodo di intensa emanazione UVB basta una breve esposizione per produrre la maggior parte della vitamina D. E' sufficiente che la pelle diventi leggermente rosa. Più diventa scura (abbronzata) meno produce vitamina D e la esposizione prolungata può rivelarsi dannosa.
Solo dopo che abbiamo prodotto la vit. D sarebbe opportuno mettersi la crema solare!!! Più è scura la pelle, maggiore deve essere il tempo di esposizione per ottimizzare la produzione di vitamina D.
Se non è possibile esporsi alla luce solare, un lettino abbronzante (con reattori elettronici anziché magnetici, per evitare inutile esposizioni a campi elettromagnetici) può essere un’alternativa. Come ultima risorsa è possibile ricorrere ad un integratore orale di vitamina D3.


www.mowimyjak.pl

La ricerca pubblicata da Grassroots Health tratta da D*Action study dimostra che la percentuale media,necessaria per mantenere il livello di vitamina nel sangue sopra i 40 ng/ml è di circa 8000UI al giorno.
Purtroppo ci sono poche persone che sanno il proprio livello di vitamina D nel sangue. Non so spiegarmi come mai questo esame non venga prescritto come un esame di routine insieme alla morfologica!!! Soprattutto perché essere carenti di questa vitamina vuol dire esporsi ad un grande rischio di contrarre diverse malattie.
La deficienza di vitamina D ha raggiunto proporzioni epidemiche in tutto il mondo. Questo è dovuto al fatto che lavoriamo e studiamo in ambienti chiusi e passiamo sempre più tempo a casa, davanti alla TV.
Il primo passo per assicurarsi di stare ricevendo tutti i possibili benefici dalla vitamina D è quello di verificare i livelli nel sangue tramite un test denominato 25(OH)D o anche 25-idrossivitamina D oppure Vitamina D 25-OH.
La norma europea di livelli della vit. D nel sangue è di 30- 80 ng/ml. Come possiamo vedere il range è abbastanza largo. Avendo 30ng/ml sicuramente non possiamo evitare le malattie come tumore, morbo di Alzheimer, artrite reumatoide o SLA. Meglio prevenire che curare, assicurandosi un livello di vitamina più alto.
Ci sono ricerche su oltre 200 patologie che sono state collegate alla carenza di vitamina D e che possono rispondere alla supplementazione con vitamina D o ancora meglio alla produzione nella pelle di vitamina D indotta dall’esposizione alla luce solare. La mancanza di Vitamina D3 può causare l'insorgenza di malattie come:
  • Infezioni respiratorie
 acute
  • Anafilassi
  • Anemia

  • Ansia
  • Artrite

  • Asma
  • Arterosclerosi

  • Autismo

  • Malattie Autoimmuni

  • Disordine
 Bipolare

  • Danni cerebrali

  • Densità del tessuto mammario

  • Fatica Cronica

  • Dolore Cronico

  • Raffreddori

  • Morbo di Crohn

  • Fibrosi cistica

  • Carie dentaria

  • Depressione

  • Diabete

  • Dislessia

  • Eczema

  • Epilessia


  • Fibromialgia

  • Influenza

  • Fratture

  • Mal di testa

  • Perdita dell’udito

  • Malattie cardiache

  • Colesterolo alto

  • HIV/AIDS

  • Ipertensione

  • Disfunzioni del sistema immunitario

  • Infertilità

  • Infiammazioni

  • Malattie intestinali infiammatorie

  • Insonnia


  • Patologie renali

  • Leucemia

  • Dolori alla schiena (lombalgia)

  • Basso peso alla nascita

  • Lupus

  • Degenerazione maculare

  • Melanoma

  • Meningite
(batterica)
  • Sindrome Metabolica
  • Emicranie
  • Sclerosi Multipla
  • Bassa forza muscolare

  • Mieloma
  • Miopatie

  • Miopia

  • Neuroblastoma

  • Obesità

  • Osteomalacia

  • Osteoporosi

  • Parassitosi

  • Morbo di Parkinson

  • Malattie delle arterie periferiche

  • Polmonite

  • Sindrome dell’ovaio policistico

  • Psoriasi

  • Retinoblastoma

  • Schizofrenia

  • Disturbi affettivi stagionali (SAD)

  • Sepsi e setticemia

  • Ictus

  • Tubercolosi
Dr John Canell, lo studioso della vitamina, D ha creato la tabella ( pubblicata nella rivista medica Expert Opinion Pharma-cotherapy) che aiuta i medici a stabilire la dose giusta di vitamina D3, necessaria per prevenire diverse malattie:
  • per prevenire la osteomalacia o rachitismo bastano 15 ng/ml
  • per stabilizzare il livello degli ormoni tiroidei bisogna avere dai 20 ai 30 ng/ml di vitamina D3
  • per ottimizzare l'assorbimento di calcio al livello intestinale la vitamina D3 deve aggiungere il livello di 34 ng/ml
  • per assicurare un buon funzionamento al sistema nervoso ci vogliono circa 34 ng/ml- tutti i dolori alla schiena e agli muscoli sono più probabili nelle persone con i bassi livelli di vitamina D3 nel sangue
  • per ridurre il rischio di tumore agli organi interni dobbiamo avere almeno 38 ng/ml di vit. D3
  • chi vuole ridurre a metà il rischio di cancro al seno, SLA o diabete del tipo 1 deve invece superare il livello di 52 ng/ml
Purtroppo tante persone non lo sanno, e seguendo il trend lanciato dalle riviste etc., con la convinzione spalmano ai bambini e a se stessi grandi quantità di creme, ancora prima di esporsi al sole!!!!!
Di quanta vitamina D abbiamo bisogno?
Dr. Zaidi, un famoso endocrinologo ed autore di tanti libri, nei suoi pazienti cerca di mantenere i livelli di vitamina D nel sangue intorno ai 50-100 ng/ml. Prescrivendo la “cura” il dottore segue il seguente schema (il libro in lingua inglese lo trovi qui; 

http://www.amazon.com/Power-Vitamin-Scientific-Practical-Information-ebook/dp/B0037QH0C0/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&sr=1-2&qid=1415235057.p. 207)

per i livelli minori di 10 ng/ml – dosi di 15.000 IU /24h
per i livelli 10-20 ng/ml – dosi di 12.500 IU /24h
per i livelli 20-30 ng/ml – dosi di 10.000 IU /24h
per i livelli 30-40 ng/ml – dosi di 7.500 IU/ 24h
per i livelli 41-50 ng/ml – dosi di 5.000 IU /24h
Le quantità sopra indicate sono per una persona di peso medio di 70 kg. Visto che la vitamina D è liposolubile, le persone con il sovrappeso accumulano questa vitamina nella ciccia, diminuendo così la quantità di essa nel sangue. Per questo motivo le persone che pesano più di 70 kg devono aggiungere 1000 IU per ogni 10 kg di peso corporeo e quelle che pesano meno devono toglierle.
Una buona regola generale è quella di integrare con 4.000 UI di vitamina D al giorno. Ma prima di integrare ricordatevi di eseguire l'esame del sangue 25(OH)D per verificarne i livelli. Cercate di raggiungere i 50-60 ng/ml di vitamina D, dove pare si possano ottenere i migliori benefici. Se 4.000 UI al giorno non sono sufficienti, si può sempre aumentare la dose (chiedete al vostro medico), tenuto conto che il nostro corpo è in grado di produrre 10.000 UI in meno di un’ora, integrazioni fino a 10.000 UI risultano ben tollerate.
La vitamina D3 e i vaccini!!!
Il Dr. Joe Prendergast, uno dei molti esperti che stanno riconoscendo la fenomenale importanza delle vitamine per la salute, nel suo video allegato qui sotto spiega perché in molti modi la vitamina D è più potente di qualsiasi vaccino. Egli menziona uno studio effettuato da ricercatori tedeschi, che hanno scoperto che la vitamina D aumenta la funzione immunitaria di un fattore da 3 a 5, stimolando drammaticamente nel contempo la produzione di potenti peptidi antimicrobici.Inoltre, l’esposizione alla radiazione ultravioletta del sole, stimolando la produzione di vitamina D attraverso la pelle, è in grado di ridurre non solo l’incidenza delle infezioni respiratorie, ma anche un vasto numero di altre condizioni patologiche.


www.naszraciborz.pl

La comunità medica convenzionale, con l’industria farmaceutica in testa, sta cercando di creare i vaccini per ogni possibile malattia. Ovviamente non è mai esistita una malattia provocata da una “deficienza di vaccini”, ma ci sono sicuramente malattie causate da deficienza di vitamina D che vanno dal cancro alla depressione!
La Vitamina D rappresenta una difesa contro le malattie per eccellenza.
La difesa migliore deriva da un robusto sistema immunitario e può essere compromessa dalle vaccinazioni. L’intento presunto di una vaccinazione è quello di ottenere un’immunità attraverso l’esposizione del sistema immunitario a piccole dosi attenuate dell’organismo (o dei suoi antigeni) potenzialmente in grado di causare malattia. Questa strategia preventiva nella “guerra contro i germi” spesso causa così tanti effetti e danni collaterali da forzare i governi mondiali a nasconderne i rischi.
La realtà è che i danni alla salute dovuti alla malattia per cui si cerca di sviluppare un vaccino sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli generati dalla vaccinazione stessa.
(http://www.greenmedinfo.com/anti-therapeutic-action/vaccination-all)
Il nostro sistema immunitario è già predisposto naturalmente a combattere le infezioni, se possiede adeguati livelli di vitamina D ed altri nutrienti chiave. Ci sono numerosi studi che dimostrano la superiore efficacia delle strategie naturali come la vitamina D nella prevenzione delle malattie.

Dove trovare la vitamina D?

Ci sono diverse fonti di vitamina D.

  1. Naturale: sole - fa bene e in più è gratis ;)
  2. Le fonti alimentari che contengono quantità apprezzabili di vitamina D3 e D2 sono davvero poche, tra queste:
  • pesci grassi come aringhe, sgombri, salmone, sardine e merluzzo;
  • olio di fegato di merluzzo;
  • latte e lattici;
  • uova;
  • verdure a foglia verde.
3. Supplementi come opercoli, gocce, olio di fegato di merluzzo

Quanto è tossica la vitamina D?

La vitamina D è largamente considerata la più tossica di tutte le vitamine e i tremendi avvertimenti a riguardo sono spesso divulgati per evitare un eccesso di vitamina D sia nella dieta che nell’esposizione solare. Il dibattito sulla vitamina D ha comunque mancato di prendere in considerazione l’interazione tra la vitamina A, D e K. Varie evidenze suggeriscono che la tossicità della vitamina D risulta da una carenza relativa di vitamine A e K. Quindi, la soluzione non è quella di evitare l’esposizione solare o i cibi ricchi di vitamina D ma piuttosto di unire a queste azioni (e aumentare) l’assunzione di vitamine A e K (con la dieta e/o gli integratori).
Dr. Zeidi sottolinea,che usando il suo schema di dosaggio di Vitamina D3, nessuno dei suoi pazienti ha mai mostrato i sintomi di intossicazione. I livelli di calcio venivano controllati ogni quattro mesi.
Anche Jeff. T. Bowles nel suo libro „The Miracolous Results of Extremely High Doses of Vitamin D3″ descrive come ha curato i suoi malesseri prendendo per un anno da 25.000 a 100.000 UI di vitamina D3 + K2-Mk7 senza aver mai avvertito i sintomi di intossicazione. Controllava spesso i livelli di vitamina D3 e di calcio nel sangue e dopo essere completamente guarito ha deciso di descrivere la sua avventura nel libro.

Qui troverete un'interessante discorso del dr. Michael Hollick


Anche dr. Vieth ha qualcosa da dire sulla tossicità della vitamina D3
www.youtube.com/watch?v=MIDWA9-cGdY







Riassumendo:

  1. Bisogna sempre controllare i livelli di vitamina D3 facendo un test denominato 25(OH)D o anche 25-idrossivitamina D oppure Vitamina D 25-OH
  2. Il livello ottimale di vitamina D3 nel sangue cioè di 25 (OH) dovrebbe essere tra 50-70 ng/ml. Nei primi mesi di supplementazione bisogna controllare i suoi livelli ogni 2 mesi.
  3. Vitamina D3 è liposolubile e va assunta con un pasto contenente grassi
  4. Assumendo la vitamina D3 bisogna ASSOLUTAMENTE assumere anche la vitamina K2- MK7 ( almeno 100 microgrammi al giorno).
  5. Il latte materno contiene poca vitamina D3. Soltanto ca. 10% di vitamina D assunta dalla madre passa nel suo latte.
  6. Bisogna esporsi al sole ma non abbronzarsi.
  7. Soltanto dopo l'esposizione proteggiamo la pelle spalmando la crema solare.
  8. La vitamina D3 prodotta dalla pelle ha bisogno di circa 48 ore per assorbirsi- sarebbe opportuno lavare soltanto le parti necessarie;/

Il calcio nelle arterie o nelle ossa e nei denti?

La vitamina K2, ma non la vitamina K1, riduce i depositi di calcio nocivi nelle arterie. Questo potrebbe significare una svolta importante nel trattamento delle malattie cardiovascolari ( Bill Clinton è completamente guarito dalla arterosclerosi, senza ricorrere alla operazione, grazie alla dieta ricca di frutta, verdura e vitamina K2), ma non solo. Anche l’osteoporosi può essere curata per davvero!!! Se solo i medici decidessero di abbandonare la comune pratica di prescrivere i prodotti contenenti calcio per risolvere i problemi derivanti dalla sua carenza!!!
Cercando di risolvere il problema e di remineralizzare le ossa tanti medici prescrivono il calcio e consigliano di mangiare i prodotti esso contenenti. Ma stranamente, grazie a questo approccio il calcio diminuisce ulteriormente e in più aumenta la calcificazione nelle arterie.
Questo è il “Paradosso del Calcio” ed ha luogo quando la dieta non è povera di calcio ma di vitamina K2- la vitamina che fa da “poliziotto” nel nostro corpo e indirizza il calcio nelle ossa e nei denti.
Anche il sangue necessita una precisa quantità di calcio, che viene regolata dagli ormoni. Esso è fondamentale per le funzioni come il battito cardiaco, la contrazione muscolare, la vasodilatazione e la trasmissione nervosa. Se la dieta è povera di calcio, oppure caso più frequente, se l’organismo non riesce ad assimilare sufficiente l’ormone paratiroideo favorirà la rimozione del calcio dai tessuti scheletrici. Il livello di calcio serve a mantenere alcalino il pH nel sangue.
E’ importante sapere che un osso è un tessuto vivente, attivo, e dinamico. La calcitonina (un ormone prodotto dalla tiroide) interviene per diminuire la concentrazione di calcio quando i suoi livelli sono alti.
La vitamina K invece funziona come coenzima, attivando una serie di proteine coinvolte nella coagulazione del sangue, nella formazione di ossa e nel mantenere liberi i vasi sanguigni da depositi di calcio.
La vitamina K è conosciuta come la “vitamina della coagulazione”. Fu scoperta nel 1929 dallo scienziato danese Henrik Dam. La vitamina ha preso il nome dalla prima lettera della parola tedesca Koagulationsvitamin. Nel corso degli anni è stato scoperto che la vitamina K non è un singolo composto, ma famiglie di composti con struttura chimica di caratteristiche simili.
Negli ultimi tre decenni diverse ricerche hanno confermato il ruolo essenziale delle vitamine K nel mantenere la salute delle ossa e tutto il sistema cardiovascolare. In più hanno un ruolo importante nella formazione di proteine della coagulazione del sangue nel fegato. Sono necessarie anche per il corretto funzionamento delle proteine rimineralizzanti delle ossa e della proteina che inibisce la calcificazione nelle arterie.
Nonostante questi dati siano a disposizione di tutti, il pubblico disinformato, e anche molti medici e dietisti, sono ancora convinti che per risolvere problemi derivanti dalla carenza di calcio bisogna suplementarlo e riempirsi di prodotti esso contenenti.
Questo fatto è sfruttato dall’industria casearia che nelle campagne pubblicitarie ci fa credere che sia sufficiente assumere una quantità di calcio perché venga assimilato e vada a finire direttamente nelle ossa.


http://www.ilewazy.pl/szklanka-mleka-1-5

Purtroppo le popolazioni occidentali sono carenti di vitamine del gruppo K, necessarie per la salute ottimale delle ossa e del cuore. Il problema non tocca solo chi segue la dieta crudista, ma riguarda l'intera popolazione.
L'integrazione di vitamina K2 nell’alimentazione (natto,crauti, bietole fermentate, suplemento di witamina K2-MK7) può dare molte risposte sul paradosso del calcio e un contributo importante nella cura dell’osteoporosi.
La vitamina K2 previene accumulo e rimuove l’eccesso di calcio nelle arterie.
Le malattie cardiovascolari e l’osteoporosi nascono per lo stesso problema. La mancanza di minerali nelle ossa le rende deboli e una quantità eccessiva di calcio nei vasi sanguigni li rende rigidi. Questo fenomeno porta alla ipertensione e successivamente alle malattie cardiovascolari.
La vitamina K2 può aiutare anche a risolvere i seguenti problemi:
  1. invecchiamento
  2. malattie cardiovascolari
  3. osteoporosi
  4. morbo di Alzheimer
  5. rughe
  6. vene varicose
  7. diabete
  8. artrite rematoide
  9. SLA
  10. vari tipi di tumore
  11. salute del neonato
  12. salute dei denti
Riassumendo:
  • La vitamina K2 ci protegge da tantissime malattie e non è tossica
  • La miglior forma di vitamina K2 è K2- MK7
  • Basta assumere circa 100 microgrammi al giorno
  • In caso di supplementazione di vitamina D3 bisogna aumentare il dosaggio di vitamina K2 da 200 a 300 microgrammi al giorno
  • La vitamina K2 è liposolubile e va consumata con i pasti contenenti i grassi.

Materiale utile:

Bibliografia:
  1. www.pecoranera.it
  2. J. Zieba “Ukryte terapie. Czego ci lekarz nie powie”, Egida Halina Kostka 2014


lunedì 14 settembre 2015

Colori e sapori della salute



Tutto ebbe inizio nel lontano 1912, quando uno scienziato di origine polacca ;-) Kazimierz Funk, scoprì una sostanza in grado di curare una grave malattia provocata da una dieta incentrata quasi esclusivamente sul riso brillato. Funk scoprì che tale sostanza, appartenente al gruppo delle ammine ed oggi conosciuta come tiamina o vitamina B1, riusciva a curare rapidamente i malati. Per rappresentare le sue due caratteristiche fondamentali (origine chimica e proprietà salutistiche), Funk coniò il termine "amina della vita" o, più brevemente, vitamina. In seguito, per la sua capacità di curare il beri-beri, tale sostanza assunse il nome di vitamina B. Successivamente, nonostante la scoperta che non tutte le vitamine possiedono gruppi amminici, fu mantenuto il sistema di classificazione originale, basato sull'identificazione delle diverse vitamine con le lettere dell'alfabeto. Fu però introdotta una sostanziale differenza: a partire da quel momento la nomenclatura non venne più basata sulle malattie da esse curate o prevenute, ma sull'ordine cronologico della scoperta.

Da quel momento ad oggi sono state identificate 13 vitamine, suddivise in liposolubili (A, D, E, K) ed idrosolubili (B1, B2, B3, B5, B6, B8, B9, B12, C).
Le vitamine sono dei catalizzatori e dei regolatori dei processi metabolici, che intervengono in moltissime reazioni enzimatiche. Anche se presenti in piccole quantità nel nostro corpo, risultano indispensabili per la vita. Non hanno nessun valore energetico, ma svolgono unicamente un ruolo catalitico e regolatore su tutte le funzioni organiche, come ad esempio la crescita o la funzione riproduttiva.

Le vitamine potenziano le difese dell’organismo, intervengono nei processi riparativi delle cellule danneggiate dall’azione lesiva di agenti fisici o chimici, influiscono su tutte le ghiandole endocrine, sull’equilibrio minerale, sulla produzione e demolizione del tessuto osseo, sulla funzionalità del sistema nervoso centrale, sul processo della visione, sulle vie che trasformano i grassi, le proteine, gli zuccheri e portano alla fabbricazione degli acidi nucleici. Questo non vuol dire che ogni vitamina ha un specifico compito, cioè questa vitamina è responsabile per questo e questa per quello. Le vitamine “lavorano” in gruppo. Ad esempio:

  • per un corretto funzionamento delle ossa non abbiamo solo bisogno del calcio. Serve anche il magnesio e fosforo;
  • per creare un corretto impulso nervoso abbiamo bisogno delle giuste quantita di sodio, potassio, cloro, calcio e vitamina B12;
  • per creare i globuli rossi non basta solo il ferro ma c'è anche bisogno di rame, vitamina C, B6, B9, B12 e di proteine;
  • per mantenere la nostra pelle in salute abbiamo bisogno di diverse sostanze come vitamina A, E, B2,B3, B9, omega 6, lecitina, silicio e ferro.

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Le vitamine possiamo dividerle in liposolubili A, D, E, F, K e idrosolubili B, C, P. Il nostro fabbisogno giornaliero di vitamine è molto basso, basta qualche milligrammo al giorno. Soltanto i valori di vitamina C e P sono relativamente alti. Tutti questi nutrienti, a parte la B12 contenuta prevalentemente nei cibi animali, dovrebbero trovarsi principalmente nella frutta, nella verdura e nei cereali integrali. Al giorno d'oggi però tali alimenti presentano purtroppo quantità scarse o minime di queste sostanze. L'unica fonte, che possiede ancora uno spettro quantitativamente e qualitativamente ampio e completo di vitamine, inclusa la B12, sono alcuni cibi selvatici e primordiali. Sopratutto poco conosciute e usate nella nostra cultura le alghe verdi-azzurre.


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I minerali fanno parte dei principi alimentari inorganici perché non contengono carbonio. Nel corpo umano i minerali sono presenti in forma di sali oppure in forma di ioni (atomi o gruppi di atomi aventi carica elettrica positiva o negativa) liberi, vaganti nei liquidi organici. Visto che non contengono carbonio essi fanno parte dei principi alimentari inorganici. Li possiamo dividere in:



  1. macroelementi (calcio, fosforo, magnesio, potassio, ferro, sodio, cloro) che vanno assunti giornalmente in quantità relativamente grandi ( il fabbisogno supera i 100mg/die)
  2. microelementi o oligoelementi (cobalto, rame, iodio, litio, manganese selenio, zinco, zolfo, oro, fluoro, nichel, berillio, alluminio, cromo), dei quali abbiamo bisogno in piccole o piccolissime quantità (fabbisogno è limitato e non supera i 100mg/die)



Alcuni minerali come il calcio, il fluoro, il fosforo e il magnesio svolgono una funzione plastica, in quanto partecipano alla struttura del corpo umano, mentre altri sono bioregolatori giacché partecipano alle reazioni metaboliche e all'attività degli enzimi.



Il fabbisogno micro- o oligo- elementi è molto basso variando dal millesimo di milligrammo al milligrammo, ma il loro apporto deve essere costante. Cereali, legumi, semi oleaginosi, frutta e verdura, prodotti di mare erano un tempo le più importanti fonti di minerali. Oggi purtroppo i terreni, e di conseguenza i cibi, sono sempre più poveri di nutrienti. La principale e più ricca fonte di macro e microminerali sono i cosiddetti "supercibi" come cereali originari, semi, erbe particolari e microalghe. Questi alimenti non hanno ancora subito le manipolazioni e alterazioni dell' agricoltura e dell'industria alimentare moderna.

L'importanza delle vitamine nelle attività di molti enzimi e conosciuta da moltissimo tempo. Per quanto riguarda i minerali solo recentemente si è esaminato più profondamente il loro importantissimo ruolo:

  1. Il ferro e il rame sono due oligoelementi strettamente legati tra loro; il ferro è essenziale per la sintesi dell'emoglobina, una proteina che lega l'ossigeno contenuto nei globuli rossi e nella mioglobina muscolare. Il rame (e, in parte, anche il cobalto), oltre a facilitare l'assorbimento del ferro, entra nel meccanismo di sintesi dell'emoglobina favorendolo. Il ferro è anche un componente di enzimi del metabolismo energetico, mentre il rame costituisce diversi enzimi digestivi e determina la formazione di elastina.
  2. Il molibdeno compone alcuni enzimi che partecipano al metabolismo delle basi puriniche (costituenti dei nucleotidi).
  3. Lo zinco, è un componente enzimatico che si trova sia nei catalizzatori degli acidi nucleici che in quelli digestivi; partecipa al funzionamento sensoriale del gusto e dell'olfatto.
  4. Lo iodio è un importantissimo componente degli ormoni tiroidei tiroxina e triiodotironina, pertanto (assieme al cobalto che partecipa alla reazione di fissazione dello iodio) rappresenta un elemento di bioregolazione corporea.
  5. Il fluoro, come anticipato, partecipa al mantenimento della struttura ossea e dentaria, inoltre svolge una vera e propria azione schermante dalla carie.
  6. Il manganese è un componente di numerosi enzimi che partecipano alla biosintesi del colesterolo e al metabolismo delle ammine in genere.
  7. Il cromo è coinvolto nel metabolismo glucidico e lipidico; è componente di un fattore detto GTF che potenzia l'attività dell'ormone insulina nel trasporto del glucosio.
  8. Il cobalto partecipa alle varie funzioni della cianocobalamina (vit. B12), influenza la biosintesi dell'emoglobina e facilita la fissazione dello iodio tiroideo.
  9. Il selenio è un coenzima della glutatione perossidasi, agisce da antiossidante proteggendo le membrane cellulari e contrastando l'azione negativa dei radicali liberi.

In pratica, i minerali, sebbene presenti in concentrazioni basse o talvolta infinitesimali, regolano tutte le funzioni organiche e concorrono al mantenimento dell’omeostasi organica. Le ricerche hanno dimostrato che una loro carenza turba l’equilibrio umorale, indebolisce l'organismo e rende pericolosamente fragile il terreno vitale.


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Ognuno di noi sa che la principale fonte di vitamine e minerali consiste nei vegetali, i quali, a loro volta, assorbono i minerali dal terreno. La nostra dieta dovrebbe fornirci tutti elementi di cui il nostro corpo ha bisogno per svolgere le azioni vitali. Purtroppo i terreni utilizzati per le coltivazioni al giorno d'oggi contengono al massimo 15-20 minerali. Di conseguenza le piante che vi crescono cono carenti di minerali e vitamine. Anche le piogge acide, l’estrema raffinazione e i processi industriali a cui sono sottoposti molti dei cibi che mangiamo contribuiscono ad abbassare ulteriormente la quantità di nutrienti disponibili per il buon funzionamento dell’organismo umano.
La frutta e la verdura conservate a lungo in casa subiscono perdite vitaminiche decisamente ingenti. Per esempio una mela in due mesi vede ridursi il suo contenuto di vitamina C fino ad un terzo del valore iniziale. 

Lavare e pelare le verdure è causa di abbondanti perdite di vitamine C e del gruppo B. Cottura e raffreddamento sono responsabili poi di ulteriori perdite.

 Volgendo lo sguardo ai trattamenti industriali quello che emerge non è più tranquillizzante. Il congelamento consente di ridurre le perdite di vitamine, tuttavia il successivo scongelamento è causa di notevoli perdite. Ancora più rilevanti in termini numerici sono le perdite causate dalla raffinazione della farina, dalla sterilizzazione e dallo sbiancamento dei prodotti in scatola.


Proprio nelle aree geografiche a più elevato tenore di vita una larga parte della popolazione dei paesi sviluppati ha ridotte riserve di vitamine e minerali. Questa condizione, in una prima fase provoca generalmente solo danni a livello biochimico, che non sempre si esprimono con sintomi chiari e inequivocabili. Solo dopo numerosi anni o in occasione di particolari eventi o situazioni (stress, gravidanza, attività fisica intensa, ecc.), lo stato carenziale può esprimersi con la malattia. Si tratta di forme di ipovitaminosi e carenze minerali latenti che sono tanto più pericolose in quanto rimangono inapparenti per lunghi periodi.
Nel rapporto di Val de Marne del 1991 furono evidenziate estreme carenze di minerali e vitamine nell'alimentazione corrente.

  • Le vitamine B erano dal 40% al 90% inferiori ai livelli di assunzione raccomandati; la vitamina A dal 50% al 60%; la vitamina E 100%;
  • il magnesio dal 60% al 90%; lo zinco 90%; il rame dal 55% al 90%.

Purtroppo da allora la situazione non è migliorata. I recenti studi hanno mostrato che negli ultimi 15 anni c'è stato un ulteriore calo di nutrienti nei cibi con percentuali che arrivano, per alcune sostanze, fino a - 92%. Quali sono allora le cause di queste forme carenziali se tutti gli alimenti allo stato naturale contengono i micronutrienti indispensabili per la salute? Il forte depauperamento e impoverimento dei terreni agricoli, la cottura, la conservazione, la raffinazione, le manipolazioni casalinghe e industriali dei cibi. Dopo questi interventi gli alimenti sono ancora sostanzialmente invariati per quanto concerne il valore calorico, la quantità delle proteine, dei glucidi e dei grassi. 

Il problema non si risolve con gli integratori fatti dall'uomo, per due ragioni fondamentali:
  1. perché il nostro corpo non li riconosce come alimenti, e li assimila solo in minima parte (e ciò che non viene assimilato finisce per fare danni!);
  2. perché ciò di cui il nostro corpo ha bisogno non è una specifica vitamina o minerale, né solo un certo numero di vitamine e minerali, ma lo spettro completo di tutti i nutrienti, anche in minime quantità. Infatti ciascun nutriente funziona bene ed è fortemente potenziato solo se in una sinergia completa e bilanciata di tutti i nutrienti, proprio come nei cibi selvatici primordiali.


Risulta allora sempre più importante garantire all’organismo un adeguato apporto di nutrienti essenziali, che di solito si può realizzare mediante una naturale integrazione di queste sostanze nutritive dai cibi primordiali: germogli, erbe di cereali, cibi fermentati, ma in primo luogo alghe verdi-azzurre selvatiche, probiotici ed enzimi. 
Ma se nonostante l'alimentazione sana e ricca di frutta e verdura abbiamo le carenze vitaminiche? Cosa possiamo fare? Tranquilli, tutto si può risolvere ;-) Come? Con gli integratori giusti....!!!! Ma come? Non ho scritto che con integratori non si risolveva niente? Se avete letto bene meglio condurre uno stile di vita sano e seguire un'alimentazione equilibrata- solo così si vince la battaglia contro l'invecchiamento, stanchezza e sopratutto le malattie. Ma se nonostante gli sforzi questa non bastasse bisogna integrare. Non con gli integratori multivitaminici, proposti nel commercio, nei quali le quantità di vitamine sono insufficienti. Prima sarebbe opportuno capire, attraverso gli esami di sangue, cosa ci manca e poi integrare, considerando anche il fatto che le vitamine non agiscono da sole ma in gruppo e che la mancanza di ad esempio ferro, non sempre significa la mancanza di questo oligoelemento. Ma di questo e altro Vi scriverò la prossima volta. Vi presenterò i "grandi protocolli vitaminici". Alla prossima


Bibliografia:

1. "Zdrowie na wlasne zyczenie", Jozef Slonecki, vol. 1
2. www.blog.h24store.it
3. www.weightwelness.it
4.www.benessere360.com
5. www.bioslone.pl

6.www.my-personaltrainer.it